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al testo di Annalisa Scialpi
Danae
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Mio padre mi chiuse in una torre e a guardia, vi pose leoni ruggenti, come il suo cuore, avido di potere. Piansi mille notti e mille giorni, piansi tutto il mio pianto… Ma fu lì, nella luce cupa che s’addensò l’orma di un dio, come pioggia d’oro nata dal grido. E già vidi Medusa e Andromeda e me; nell’acqua chiara vidi il giglio chiamato Perseo, fiore bianco del mio dolore nato nella prigione della mia frustrazione.
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Caterina Alagna
- 21/11/2022 13:14:00
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Un meraviglioso canto poetico dedicato a Danae. Di raffinata eleganza che ne emoziona la lettura. Sei bravissima.
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Vincenzo Corsaro
- 20/11/2022 12:53:00
[ leggi altri commenti di Vincenzo Corsaro » ]
Davvero bella e commovente questa descrizione delle vicissitudini di Danae che fu imprigionata in una torre dal padre, il re Acrisio, spaventato dalla predizione delloracolo di Delfi che sarebbe stato ucciso dal nipote. Ma chi fu il padre? Preto che la sedusse o Zeus che andò da lei in forma di pioggia dorata? Rimane un frammento poetico di unopera di Simonide di Ceo "Lamento di Danae" molto bello: "Mentre sulla dedalea navicella il vento fremea soffiando, e lagitata poppa già sommergean le altissime onde, aspergendo di lagrime le gote lafflitta madre circondò Perseo con mano amica ed a lui disse: «O figlio, quanto soffro!». Ciao buona domenica :)
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SilviaDeAngeliss
- 19/11/2022 22:09:00
[ leggi altri commenti di SilviaDeAngeliss » ]
A volte lamore paterno, supera di gran lunga quella sua portata, che dovrebbe essere anche di comprensione, oltre che di profondo affetto,senza limitare respiri di libertà, in una vita ancora da vivere nella sua pienezza.. Sempre tanti originali spunti nei tuoi notevoli testi Annalisa. Buona domenica e un sorriso.
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